cedda

Cedda

Percorso 2 alto, tappa 8 SPEDALETTO – CEDDA
Percorso 2 alto, tappa 9 CEDDA – STAGGIA

CEDDA era in zona Etrusca, il toponimo ha origine Latina, l’insediamento era probabilmente una mansione Romana, luoghi di riposo e ristoro si snodavano sulle vie di comunicazione ogni dieci chilometri. Nel Medioevo, sul confine tra due contadi, CEDDA sarà al centro delle dispute tra Siena e Firenze e contemporaneamente attraversata dalla rete viaria legata al Pellegrinaggio. Il CAMPANILE, precedente alla CHIESA, era una TORRE di avvistamento. Continuerà nel tempo ad essere riferimento e controllo del territorio. Ricordata nel 998 in un atto di donazione del Marchese Ugo di Toscana, nel 1046 SAN PIETRO A CEDDA è citata come Chiesa suffraganea della PIEVE DI SANT’AGNESE. Nel 1275 i documenti la definiscono CANONICA: comunità dove i sacerdoti fanno vita comune dedicandosi alla coltivazione del territorio e alla cura dell’uomo. Era, la CANONICA DI SAN PIETRO A CEDDA “Completezza dell’essere umano, che in tali luoghi era abbracciato dalla mano di Dio, mano protettrice e fruttifera, che nella campagna circostante donava sorgenti, boschi, animali, viti e olivi… Elementi che gli abili scultori dell’epoca hanno saputo raccontare nelle pietre della stupenda chiesa”. Stefano Mori. L’architrave dell’ingresso, tra rose e palmette, contiene una “croce gerosolomitana” con quattro lettere agli angoli. L’Alfa e l’Omega, il principio e la fine, ripetono la circolaritˆ della vita nella CROCE racchiusa in un cerchio. Sopra germoglia l’arco a tutto sesto in un tripudio festoso di fiori, palmette e ciocche d’uva. Le CROCI GEROSOLOMITANE e le decorazioni a PALMETTE evocano il passaggio dei palmieri PELLEGRINI diretti a Gerusalemme e la presenza dell’ORDINE DEI CAVALIERI DEL TEMPIO, che si dedicavano alla assistenza dei viandanti.

LA VIGNA DEL SIGNORE
All’interno i capitelli delle semicolonne raffigurano uomini che diventano piante, le cui braccia si con-fondono con i tralci carichi d’uva, mentre il grappolo centrale della vite si fa volto umano, riferimento alla vigna del Signore: “Io sono la vite e voi i tralci”. Di nuovo è espressa l’idea di una comunità, dove ciascuno è parte di un tutto a creare armonia e abbondanza di frutti.

LE CROCI
Nell’architrave del portale esterno del campanile, domina la CROCE GEROSOLOMITANA, simbolo dell’assistenza e della protezione offerta ai pellegrini dai CAVALIERI OSPITALIERI. Sulla destra il PELLICANO, che nei bestiari medievali si scarnifica il petto per sfamare i figli, immagine del sacrificio di sé, è Cristo che salva gli uomini.

IL PASSAGGIO DALLA VITA ALLA MORTE
Internamente si accede al campanile attraverso il portale di destra, un tempo conduceva al cimitero. Le decorazioni esprimono il passaggio dalla vita alla morte. Il VAGLIO è il giudizio, la CROCE E’ redenzione, le ROSETTE albero della vita. Si distinguono un RAMO D’OLIVO e FOGLIE DI ACANTO. Il portale evoca la porta della morte degli Etruschi. “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” La CHIESA non è un’architettura immobile riservata a Dio ma l’abbraccio quotidiano di una comunità dove ogni pietra è persona che accoglie l’altro con cui costruire uno spazio di vita, dove l’ABSIDE è volta celeste, le COLONNE sono alberi che ramificano e le PIETRE, coltivate dall’uomo, danno frutti. La CHIESA fiorisce esprimendo il legame tra UOMO, PAESAGGIO,
ARCHITETTURA, DIO.
L’ABSIDE è coronata da tredici archetti, ricavati in un solo blocco di arenaria, poggiati su mensole a forma di teste zoomorfe e antropomorfe alternate. Nelle decorazioni appaiono animali, palmette, grappoli d’uva, pellicani, rosette, figure umane, un tripudio della vita, dello spirito e della natura che si fa cerchio armonico nell’abside, circondata dalla corda dell’ancora a simboleggiare la salvezza del mondo.
La CHIESA ha il presbiterio rivolto a oriente dove sorge il sole ed è nato Cristo, sulla facciata ad occidente, il tramonto conclude il giorno, infuocando le pietre di rosso, compiendo il ciclo della vita che ogni mattino si rinnova. Per il solstizio d’inverno, la finestrella dell’abside accoglie i primi raggi del sole, illuminando l’altare e tutta la chiesa a ricordare la fine dell’oscuritˆ e il prevalere della luce sul buio.