magi

Talciona

Percorso 2 alto, tappa 9 CEDDA – STAGGIA

Sin dal 1156 SANTA MARIA fu sede di una comunità canonicale la cui vocazione primaria era offrire accoglienza ai pellegrini. Un chiaro riferimento al pellegrinaggio è l’adorazione dei Magi, primi pellegrini della storia, il cui cammino è guidato da una stella. Nel conflitto tra senesi e fiorentini per il controllo del territorio TALCIONA passerà dal 1192 sotto la giurisdizione diretta del Papa. Nel XIII secolo i canonici rivestiranno sempre più importanza, testimoniata dalla trasformazione della chiesa che risale al 1234, vedi iscrizione dell’architrave. Le canoniche in Valdelsa permettono di ricostruire l’andamento delle vie del pellegrinaggio poichè la loro vocazione è principalmente l’assistenza in tutte le sue forme, compresa quella ospedaliera. I sacerdoti tenevano vita comune alla maniera dei monaci, caratterizzandosi per la dimensione sociale della loro vocazione, esprimendo un ideale rinnovamento della chiesa. Nel 1508 SANTA MARIA IN TALCIONA passerà allo SPEDALE DI SANTA MARIA NUOVA DI FIRENZE, come documenta lo stemma della facciata, conservando la funzione ospitaliera.


NATIVITA’
Nella natività, espressivo è lo stupore di Giuseppe di fronte alla nascita. Significativa l’unione madre-bambino, espressa dalla comunione dei gesti. Divina appare la Madonna, il cui manto incorniciandole il volto, si fa cerchio d’aureola.

CERCHI DI LUCE
SANTA MARIA IN TALCIONA è fatta di pietra che s’indora. Al tramonto l’arenaria s’illumina rendendo preziosa la semplicità della chiesa romanica, che riluce divina nell’ADORAZIONE DEI MAGI del portale. Pellegrini, arrivati da lontano, donano mirra, incenso, oro. D’oro è l’abbraccio del sole che ritorna nel ventre della terra, unione tra uomo e Dio, crea CERCHIO DI LUCE, forma simbolica che si ripete ben tre volte nell’architettura della chiesa. In alto sulla facciata è lo STEMMA ROBBIANO. Ghirlanda circolare contiene la gruccia, stampella simbolo dello SPEDALE DI SANTA MARIA NUOVA DI FIRENZE. In un tripudio di fiori e frutta, il tondo giallo, luce terrena e divina, festeggia il trasformarsi della sofferenza della stampella in albero della vita. La luce penetra la chiesa attraverso l’APERTURA CIRCOLARE sottostante. Il sole, fonte di vita, illumina l’interiorità dell’architettura, facendo germogliare la pietra in doppio cerchio di foglie. Nella fiancata destra si apre un OCCHIO TRAFORATO, precoce influsso dell’architettura cistercense. Il cerchio solare si unisce alla rosa, maschile e femminile si incontrano a ricordare nella radialità della luce e dei petali, la vita che fiorisce, accoglie, il cerchio, un nido di Piccione.

ARCOBALENO
Simbolico e originale appare, sull’arco crescente del portale di stile fiorentino, un VOLATILE. Le ali sembrano mani, le zampe trattengono un drago. L’immagine evoca il serpente piumato messicano. L’arco fiorito si fa arcobaleno, unione tra terra e cielo, ponte tra uomo e Dio.