FONTE DELLE FATE E CASSERO TRA STORIA E CONTEMPORANEITÀ
Il bus di linea ci lascia a BOCCABARILI, una delle tappe segnate dalla via Francigena. A piedi arriviamo alla FONTE DELLE FATE risparmiata dalla distruzione perché l’acqua era sacra, pubblica, gratuita, da proteggere e non da violare. Balugano da Crema, chiamato da nord a costruire una fonte gotica. Pietra, sacra, misteriosa, dove l’acqua riflette la nostra immagine come uno specchio. Da porta piccola o da scala. L’ accesso richiama rispetto e attenzione. Gli archi gotici: il vuoto, mani innalzate in preghiera si rivolgono verso un cielo lontano. Le colonne si allargano a creare immagine di foresta oscura. Cosa ci sarà oltre la soglia?
1° il pavimento un reticolo di strade che si incrociano al centro. Ognuno di noi percorre il suo cammino, lo disegnerà sul diario fino ad arrivare alla meta. La strada è unica per ciascuno
2° Il mistero della fonte osservazione frontale e laterale delle figure umane immerse nell’acqua. Dormienti, e una donna. Su di lei parte di un orcio, quasi pancia gravida, pezzi di armature, gusci, mani, ex voto. Immersi come in un liquido amniotico, cullati, in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio. I coccodrilli, i guardiani, le fate, unione tra il mondo oscuro e la realtà e l’inconscio e la luce, ancestrali, ben si collegano con la fauna vivente, tartarughe, pesci. Ombra, mistero, un magico silenzio avvolge la scena.
3° La performance le bambine si distendono su un cielo trasparente dormenti, belle addormentate, l’incantesimo le avvolge. I ragazzi le sfiorano con fogli di carta delicate presenze, tocchi, contatti esili che lasciano cadere.
4° Le foglie, quasi farfalle, vengono lanciate nell’aria, lasciate andare per poi accoglierle nelle proprie mani o sul nostro corpo, senza afferrare ma lasciando andare e aspettare il loro arrivo. Laboratorio importante nel costruire una relazione, basata sull’ascolto e la delicatezza.
5° Verso il cassero il cammino è faticoso, l’acqua, la sete, la luce, il calore, ci portano fuori dalle comodità del quotidiano, da un mondo sotto controllo. Giriamo le mura esterne del cassero, che pare un grande galeone pronto a salpare. Ne individuiamo i bastioni, i gomiti, la corona, il corpo di una fortificazione a forma umana. Entriamo dall’intestino mettendo tutta la nostra energia di guerrieri, la nostra forza, il nostro passo, la nostra voce. Nella sala d’armi ci sovrasta la cupola a spina di pesce, a cervello aperto. L’ombelico dell’uomo. E lì in cerchio, in pace nel silenzio e all’ombra c’è il rito del posto condiviso.
6° La volta celeste. Nel cassero si nasce, si esce in piena luce, un grande telo azzurro mosso dalle nostre braccia crea con il vento la volta celeste, segna il cielo sotto il velo, avvolti dall’azzurro. La via del ritorno ci mette a dura prova, la scuola è il nostro ritorno a casa. I bambini mostrano in questa esperienza il proprio diverso approccio alle novità, alla fatica, all’imprevisto…Ma sempre l’attività li pone di fronte ad una prova, che non è mai superiore alle loro forze, dove si può osare e misurarsi, cambiare, partecipare, prendere le distanze, ma sempre attraversare insieme un’esperienza significativa.